Il sito di Buca dei Pipistrelli fu individuato nella prima metà degli anni ’60 del secolo scorso dal prof. Alfio Gianninoni, membro del Gruppo Speleologico Maremmano, che vi raccolse, insieme al prof. Vincenzo Guerrini, presidente dello stesso sodalizio, alcuni elementi di industria litica (tipologicamente ascrivibili al Paleolitico medio e superiore), pochi frammenti ceramici, una discreta quantità di resti faunistici (in buona parte di epoca pleistocenica) e alcuni reperti umani, tra i quali un osso parietale sinistro e una grossa porzione di osso frontale, attribuiti all’età del Bronzo.
Attualmente il territorio nel quale si inserisce Buca dei Pipistrelli si sta rvelando assai ricco di testimonianze di età preistorica: in un’area di pochi chilometri quadrati sono stati recentemente individuati due importanti siti paleolitici, Poggetti Nuovi e Aia del Castellare (entrambi ancora in fase di studio), mentre, per quanto riguarda l’età del Bronzo, antiche ricerche avevano messo in evidenza la presenza di alcuni insediamenti, nelle località di Monte Leoni e di Poggio della Moscona che, rimasti pressoché inediti,
documentano tuttavia per quell’epoca un discreto popolamento del territorio che rimane ancora tutto da definire. La piccola necropoli dell’età del Rame individuata nel 2013 e le zone di fuoco rinvenute durante le attività del 2014 a Buca dei Pipistrelli costituiscono un’interessante testimonianza della presenza umana nella cavità durante l’Eneolitico, una frequentazione quasi certamente da ricollegare alla funzione funeraria a cui, almeno una parte della grotta era stata destinata e che costituisce la prima testimonianza di quel periodo nel territorio del Comune di Campagnatico. L’attività di scavo è stata realizzata grazie al contributo finanziario dell’Ufficio Usi Civici di Montorsaio che ha provveduto anche all’ospitalità per tutti i partecipanti ai lavori.